mercoledì 31 ottobre 2012

Confronti


Lo so, lo so che non si fanno confronti.

Ma questo non vuole essere un confronto su chi è più brava e chi è più buona.


 E’ solo un confronto oggettivo di come, pur essendo sorelle, pur essendo cresciute nello stesso ambiente e dagli stessi genitori, dalla stessa tata, circondate dagli stessi amici, siano così estremamente diverse, ognuna con proprie caratteristiche, con peculiarità  e con  un carattere completamente diverso l'una dall'altra.


Ovviamente sto parlando delle mie bambine, del mio angioletto Diana e della mia teppista Eva.


Proviamo.

Diana è come fiore candido bagnato dalla rugiada mattutina, con l’alba sullo sfondo, in mezzo ad un prato erboso. Esprime tranquillità, calma e serenità.
Eva è come un uragano, un terremoto, una forza della natura inarrestabile. Una tempesta ciclonica carica di energia che passa e travolge qualsiasi cosa.


Diana adora le coccole, stare in braccio alla mamma, adora le carezze.

Eva non ama le smacerie, ti manda via se l’abbracci troppo e non gradisce affatto coccole prolungate.

Diana subisce, difficilmente risponde se qualcuno le fa un torto. Appena si fa male, anche in modo superficiale, piange e viene a cercare protezione dalla mamma.
Eva non subisce affatto. E’ manesca e aggressiva, non piange mai  - o quasi -se cade o se si fa male.

Diana è molto attenta alle regole.
Eva non ha regole.

Diana fin da piccola ha avuto un brutto rapporto sia con il cibo che con il sonno.
Eva ha sempre mangiato qualsiasi cosa e ha sempre dormito tutta la notte, da sola.

Diana ha iniziato a parlare prestissimo (prima dei due anni), a 5 mesi esatti stava seduta da sola, a 7 gattonava e a 11 mesi ha camminato in modo autonomo.
Eva tutt’ora non parla in modo comprensibile (si capisce solo qualche parolina), ha gattonato non prima dei 9 mesi e ha camminato intorno ai 13 mesi.
 
Diana è sensibile e timorosa.
Eva è impulsiva e avventurosa.

Diana è solitaria.
Eva sta con tutti e adora stare con altri bambini.


Insomma, non si può proprio dire che siano ‘uguali’.

Però è bello così, sono felice che abbiamo la loro identità e che non siano l'una la copia dell'altra.
Sono contenta che abbiamo le loro sfumature e il loro pensiero.
Sono contenta che siano le mie bambine: il mio angioletto e la mia teppista!

venerdì 19 ottobre 2012

Solo cinque minuti...


Avete presente ‘quelle’ giornate?
Quelle in cui si ha solo voglia di urlare!
Di chiudersi in una stanza da soli e urlare.
Urale senza motivo, solo per liberarsi e sfogarsi.
Urlare a squarciagola

Voi avete mai giornate così?

Per poi uscire dalla stanza belle rilassate con un sorriso. Come se nulla fosse successo.
Solo un piccolo sfogo innocuo e liberatorio.

Quanto ne avrei bisogno!

Solo questo, vorrei solo poter uralare 5/10 minuti!
Un piccolissimo sfogo.

Esci dall’ufficio dopo una giornata snervante.
Non vedi l’ora di vedere le tue bimbe per rilassarti un po’, e loro che fanno???  Capricci!

Ma non capricci capricetti! Capricci seri!!!
E soprattutto Diana!
Inizia a piangere da quando siamo a casa della tata.
Piange per non mettersi il giubottino.
Piange per non scendere le scale da sola. “In braccio mamma!!!” –dice. Ma avete presente quanto pesa??? E con i tacchi? E con la piccola che vuole venire in braccio anche lei?

Piange perché non vuole andare in macchina!
Piange perché non vuole scendere dalla macchina!
Piange perché non vuole mangiare a tavola!
Piange perché non vuole mangiare da sola!

E  in tutto questo io che faccio?
Ovvio, cerco di assecondarla per farla smettere di piangere.
E il papà? Il papà che mi urla di non assecondare ogni capriccio (e forse ha ragione), ma io non ce la faccio più a sentirla piangere. Ho solo bisogno di un po’ di silenzio.

La piccola che appena mi distraggo picchia la sorellina più grande e scappa ridendo.
Diana che piange.
Il papà che mi sgrida che sto sbagliando.
Eva che mi rovescia un intero biberon di latte sul divano.
Diana che piange!

Basta!!!!

Ho bisogno di cinque minuti tutti miei! Ho bisogno di cinque minuti di silenzio!

Ssssshhhh….solo cinque minuti.

E poi, dopo un’oretta, passata la tempesta, siamo tutti insieme a ridere e a giocare sul quel divano sporcato poco fa dalla teppista, con Diana ed Eva sorridenti, io che me le guardo compiaciuta e il papà che mi accenna un sorriso anche lui.



martedì 9 ottobre 2012

Di notte



Quante poesie o canzoni, o anche solo riflessioni, ha ispirato la notte.
Quanto mistero e magia si porta dietro la notte.
Quel buio che ti avvolge e che ti costringe a cercare un po’ di protezione.
Quel buio che non piace neppure ai bambini.
Quel buio rilassante e minaccioso allo stesso tempo.

La notte dovrebbe essere il momento giusto per riposarsi.
La notte dovrebbe essere fatta per dormire.
La notte dovrebbe farti fare sogni fantastici e far navigare la mente in posti meravigliosi.

Invece, spesso, quando la testa scoppia e mille pensieri si attanagliano per farsi sentire in modo confuso, si allineano e si materializzano solo di notte.

E ti tengono sveglia.

Sdraiata sul letto, avvolta dal silenzio della casa e dal respiro della tua famiglia che dorme lì poco distante.  Tu sei sveglia a riflettere.

A cercare di organizzare la giornata successiva, a cercare di capire come rimediare agli errori e a trovare soluzioni a problemi impossibili.
Tutto questo di notte.

Quando invece basterebbe chiudere gli occhi, staccare un attimo la mente e lasciarsi andare.

Il nuovo giorno arriverà comunque e il sole sorgerà lo stesso, i problemi troveranno una soluzione e il tutto andrà al suo posto.




lunedì 8 ottobre 2012

La lettera sgradita


La giornata non era iniziata nel migliore dei modi, quel sogno mi aveva profondamente turbato e l’ansia stava prendendo il sopravvento.


Avevo sognato la mia piccola Eva avvolta in un foglio di giornale ricoperta di terra, anche in bocca.
Sono andata al lavoro cercando di scacciare quell'incubo, ma nulla.
Alla fine decido di chiamare mio marito e gli chiedo si viene a casa, non ce la facevo.
‘Non ti preoccupare, arrivo’.

Arriviamo a casa, avevo bisogno di rilassarmi in qualche modo, ma prima passiamo dalle poste a ritirare una raccomandata.

Il dramma. Decisamente una lettera non gradita. Improvvisamente la terra da sotto i piedi è come se si fosse tolta e non trovavo appigli.

E’ la lettera di licenziamento di mio marito.
Senza preavviso, senza nessuna avvisaglia: soppressione del ruolo.


Mi è crollato il mondo. Come è possibile? Noi siamo una famiglia tranquilla, due lavori a tempo indeterminato, due bambine, non sta succedendo a me. Non è possibile.

Ho iniziato a piangere.

E sapete l’assurdo? Mio marito ha consolato me.

‘Atty è la vita che ci sta dicendo che dobbiamo cambiare, vedilo come un’opportunità’.

Ho iniziato a riapprezzare i veri valori, alle cose più importanti della mia vita: le mie figlie, mio marito e la mia famiglia.

Sono fortunata ad aver incontrato lui 17 anni fa, sono fortunata che lui abbia scelto me, sono fortunata che lui mi abbia dato due splendide bambine.

E adesso iniziamo una nuova avventura!